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Trento, 13 aprile 2003
«NESSUNO PONGA VETI SUGLI ALLEATI»
Boato: «La casa dei trentini non tratta coi singoli partiti»
Intervista a Marco Boato de l ’Adige di domenica 13 aprile 2003
«Andare oltre l’ulivo e creare un centrosinistra autonomista con la Casa dei Trentini, è positivo. Ma se qualcuno pensa che la Casa dei trentini possa trattare singolarmente con le altre forze politiche della coalizione, si sfascia la coalizione. E’ inconcepibile ed estranea a qualunque logica di coalizione la tentazione che la Casa dei Trentini possa scegliersi gli alleati. Sarebbe la negazione del centrosinistra autonomista.
L’onorevole Marco Boato, presidente dei Verdi, mette in guardia Lorenzo Dellai e il Patt, «Non c’è nessuno nella coalizione che abbia titolo di discriminare a priori, chi debba stare dentro e chi fuori della coalizione. Anche perché eventualmente, i primi ad essere discriminati dovrebbero essere il Patt e i Popolari per l’Europa, che prima non c’erano». Boato, inoltre, invita Dellai ad elaborare il rapporto agli elettori sull’attività svolta, ad avviare congiuntamente con i partner di maggioranza l’operazione ascolto con le categoria e la società civile e ad elaborare collegialmente il programma della coalizione.
Onorevole Boato, a sinistra c’è chi teme che Dellai, correndo col vento in poppa con la Casa dei Trentini, finisca per scegliersi lui gli alleati che più gli convengono, magari arrivando a spaccare anche i Ds. E’ un timore fondato?
«Io credo che Dellai sarà il leader della coalizione di centro-sinistra autonomista. Andare al di là dell’Ulivo è stato un bene, ma la coalizione allargata che ne nasce non è la negazione dell’Ulivo. E’ vero che purtroppo ad oggi non vi è ancora chiarezza su chi sono i soggetti della coalizione. E a volte vi è poca chiarezza anche sulla leadership, se cioè Dellai sia il leader della Margherita e della Casa dei Trentini, o il leader dell’intera coalizione. Però, va messo in chiaro che non potrà essere la Casa dei Trentini che discute con gli altri partiti. Questo è un equivoco alimentato dalla fibrillazione interna al Patt. Non può essere che la Casa dei Trentini decida se lasciar fuori Costruire comunità o i Ds. Così si sfascia la coalizione.»
Secondo lei il centrosinistra autonomista deve aprirsi a Costruire comunità?
«Costruire comunità ha avuto una lunga fase di oscillazione fra il sentirsi parte del centrosinistra e il porsi come sinistra antagonista, ipotesi che io considererei sciagurata. Negli ultimi tempi ho notato una posizione più matura e consapevole, pronta a riconoscere la leadership di Dellai e disponibile a fare parte del centrosinistra. La discussione dovrà essere fatta sui programmi. Nessuno ha titolo di discriminare a priori nessuno e di decidere chi deve entrare e chi deve stare fuori. La stessa cosa per i Ds. Porre dei paletti ai Ds sarebbe un suicidio per il centrosinistra.»
Boato, lei ha parlato di programma. A che punto siete come centrosinistra autonomista nell’elaborazione del programma per la prossima legislatura?
«Purtroppo il tavolo del confronto programmatico non si è ancora riunito. La sconfitta dell’Ulivo del 2001 ci deve insegnare che per vincere non basta dire: abbiamo governato bene. Occorre anche presentare un buon programma di governo per il futuro. E’ vero che questo lo presenta e lo firma Dellai, ma va elaborato congiuntamente. E qui siamo ancora carenti. Come manca anche il rapporto agli elettori che si era impegnato ad elaborare Dellai, e non è partita nemmeno l’operazione ascolto verso le categorie e la società civile.»
Beh, il dialogo con le categorie Dellai l’ha avviato già da tempo. Agli industriali è stato presentato anche il piano della mobilità, con il progetto della Valdastico.
«La Valdastico viene tirata fuori ad ogni elezione come bandiera acchiappatoti. E’ solo uno slogan elettorale. Nulla di più. Non è prevista da nessuna parte. Non è nella legge Obiettivo di Lunari, non è nella variante del Pup, non è nelle priorità della Regione Veneto, non si sa chi la finanzierà. E’ solo uno slogan sventolato da una parte della Margherita, nemmeno da tutta. Un’operazione poco seria.»
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MARCO BOATO
BIOGRAFIA
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